Per Joseph Micieli compito dello chef è farsi selezionatore delle materie prime e promotore del territorio

09 Nov, 2021
Per Joseph Micieli compito dello chef è farsi selezionatore delle materie prime e promotore del territorio Foto di Simone Aprile

Mi ritengo un uomo fortunato, perché il mestiere che ho scelto si sposa perfettamente con le mie passioni più autentiche: il mio mare e i luoghi in cui sono nato e cresciuto, il contatto con la gente che vi abita, la cucina come mezzo espressivo per trasmettere i valori della mia terra e il mio gusto personale per la qualità e la bellezza. Tutto ciò va insieme nelle cose che faccio, nella mia vita di uomo e di chef. Lo considero un privilegio.

Proprio per questo credo fermamente che chi, come me, fa questo lavoro abbia un preciso dovere, quello di diffondere la cultura del cibo buono e del rispetto per la sostenibilità ambientale di ciò che mangiamo. In tal senso mi considero selezionatore delle materie prime di migliore qualità e promotore del territorio. Ѐ stata questa l’idea che ha ispirato la creazione di una mia linea di prodotti, una sfida importante che ha avuto risultati molto al di là delle aspettative, diventando veicolo della mia visione personale, sempre in evoluzione ma sempre saldamente ancorata alla sostanza della materia e alle tradizioni del territorio.

In questo solco scavato tra tradizione, reinvenzione e qualità, non potevano non trovare posto pregiate materie come il tonno rosso del Mediterraneo, pescato in Sicilia con metodi sostenibili, e l’olio extravergine di oliva iblea, estratto rigorosamente a freddo e incredibilmente aromatico. Così come non potevano mancare i sughi ricevuti in dote dalla cucina delle nonne e rivisitati secondo la mia personale interpretazione: il ragù di tonno rosso che propongo nel mio ristorante Scjabica – Cuoco Pescatore e una ricetta antica a preziosa come quella del “sugo delle feste”, una salsa di pomodoro ricca e corroborante che si usava cucinare per il giorno di San Giuseppe e che veniva sapientemente speziata per poterla conservare il più a lungo possibile. Quindi quattro formati di pasta di grani antichi – paccheri, busiate siciliane, calamarata e spaghetti –, appositamente pensati per gustare appieno questi sughi, e un condimento tipico della tradizione da aggiungere ai sughi, il pangrattato alla siciliana. E ancora, immancabile, la caponata siciliana di melanzane, che ho voluto proporre in quanto vero e proprio piatto di culto e che nella mia trattoria di pesce Cucina Costiera amo abbinare al pesce azzurro fresco, in un perfetto connubio tra terra e mare.

Undici prodotti in tutto per definire una visione chiara e immediata di cucina e farla arrivare fino a voi in modo sincero e diretto. Vi invito ad assaggiarli, ordinandoli dallo shop sul sito, e a mandarmi un feedback altrettanto sincero e diretto. A breve proporrò dei kit pensati per le prossime festività, che intendo articolare come dei percorsi narrativi, composizioni gastronomiche capaci di raccontare storie. A breve, prestissimo, voglio arricchire ulteriormente la mia proposta di ristorazione nella direzione che ho intrapreso, di una sempre maggiore umanizzazione e condivisione di saperi.